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Elenco dei prodotti per la marca Yohji Yamamoto

"Credo che la perfezione sia una cosa orribile: voglio vedere cicatrici, fallimento, disordine e distorsione. I vestiti rappresentano la conoscenza, il linguaggio, l’arte e l’amore, il tempo e la morte. La condizione dell’uomo, sospeso tra creazione e lotta". Insieme a issey miyake e rei kawakubo, yamamoto mette in discussione i canoni della struttura dell’abito, invitando la moda a riflettere su nuove possibili identità.Quello inteso da yamamoto non è un corpo da svelare, ma un corpo che agisce sull’abito e lo trasforma. A guidare le sue creazioni è l’interiorità di chi le indossa, all’insegna di una rivoluzione percettiva e della ribellione nei confronti dell’haute couture della prima metà del novecento.Agli inizi della sua carriera la stampa definisce yamamoto "Stilista post-atomico", accendendo i riflettori su abiti volutamente destrutturati e attraversati da squarci, opere di denuncia contro le violenze della guerra. Yamamoto è, inoltre, il paladino del total black: il nero è il colore prevalente delle sue passerelle, vero e proprio invito all’introspezione e strumento per la creazione di silhouette universali. "Il nero – spiega lui – è allo stesso tempo modesto e arrogante, pigro e facile, eppure sempre misterioso".Nella tradizione giapponese, il nero è il colore associato alla figura del contadino e allo spirito del samurai, oltre che al teatro bunraku. Se necessario, nelle collezioni di yamamoto il "Colore delle ombre" viene esaltato dal bianco o da toni brillanti (giallo, blu, verde e rosso), intesi come lampi di luce nell’oscurità. Altra parola chiave del suo stile, infine, è la libertà: tagli asimmetrici netti, vestibilità oversize, capi unisex, mix di tessuti, eliminazione dei dettagli e delle decorazioni, linee pulite e minimali. I suoi look sono talvolta incompiuti, con imbastiture e cuciture a vista, lontani da ideali di bellezza e stereotipi.

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